IGNAZIO BUTTITTA

 

 

 

A CASA DI LI TARANTULI (voce audio Christian E. Maccarrone)

A CRUCIFISSIONI voce audio Nicolò La Perna)

 A LI MATRI DI LI CARUSI - voce audio Armando Carrubba

 A LI MATRI DI LI CARUSI filmato con Ignazio Buttitta

 CANTU DI CARRITTERI

 CAVALLARIA RUSTICANA (voce audio Christian E. Maccarrone)

 CUMPAGNI DI VIAGGIU (audio)

 L'OCCHI

 LA PEDDI NOVA

 LINGUA E DIALETTU voce audio Ignazio Buttitta

 LITTRA A NA MAMMA TEDESCA (voce audio Pippo Di Bernardo)

 LITTRA A NA MAMMA TEDESCA (filmato con Ignazio Buttitta -poesia parziale)

 L'OMU E A MACHINA

 LU TRENU DI LU SULI (chitarra e voce: Nonò Salamone)

 'NCUNTRAVU U SIGNURI (audio)

 NUN MI LASSARI SULU

 NUN SUGNU PUETA

L'EMIGRANTI RIPARTUNU - OH TERRA MIA D'ARNACI

 PACI (testo integrale)

PACI  (filmato Ignazio Buttitta -piccola parte)

PARRU CU TIA (voce Tano Avanzato)

PARRU CU TIA (voce ignazio0 Buttitta)

PURTEDDA DA GINESTRA (voce Tano Avanzato)

SI MORI DUI VOTI

U LATTI DA MATRI

U RANCURI

U RAZZISMU

U TEMPU LONGU

U TRENU D'AMURI (voce A. Diana Di Francesca)

UN SECULU DI STORIA

VINTIMILA PICCILIDDI

RIFLESSIONI DI IGNAZIO BUTTITTA (dalla viva voce del poeta)

 

dal sito http://www.csssstrinakria.org/buttitta.htm
Autodidatta, fece molti mestieri: garzone di macellaio, salumiere, grossista in alimentari, rappresentante di commercio. Il 15 ottobre 1922, alla vigilia della "marcia su Roma" capeggiò nel suo paese una sommossa popolare. Nello stesso anno fondò il circolo di cultura "Filippo Turati", che settimanalmente pubblicava il foglio "La povera gente". Fino al 1928 fu condirettore del mensile palermitano di letteratura dialettale "La Trazzera", soppresso dal fascismo. Dopo aver pubblicato Sintimintali (1923) (molte liriche con prefazione di Giuseppe Pipitone Federico, scrittore, letterato e critico letterario morto quando Buttitta aveva 41 anni. Insegnò storia e geografia nella Scuola normale maschile e successivamente letteratura italiana presso la R. Università di Palermo) e il poemetto in lingua siciliana Marabedda (1928) il poeta ufficialmente tacque, ma le sue poesie continuarono a circolare clandestinamente. La sua prima poesia antifascista fu pubblicata, nel 1944, sul secondo numero di "Rinascita". Solo nel 1954, con Lu pani si chiama pani, Buttitta ricominciò a pubblicare le sue opere, che gli diedero fama internazionale.
Nel 1943 Bagheria era stata bombardata e Buttitta, per allontanare la famiglia dai pericoli della guerra, - moglie e quattro figli, di cui uno, Antonino, insegnante di Antropologia alla Facoltà di Lettere dell'Università di Palermo, in qualità di studioso delle tradizioni popolari siciliane; e un altro, Pietro Antonio, famoso giornalista e scrittore, morto il 14 agosto 1994 a Bagheria- si trasferì a Codogno (Milano). Ritenne di poter tornare da solo in Sicilia, ma lo sbarco degli Alleati gli impedì di attraversare lo stretto di Messina. Durante la permanenza in Lombardia, Buttitta partecipò alla lotta clandestina e venne arrestato due volte dai fascisti. Quando, dopo la Liberazione, tornò in Sicilia, trovò i suoi magazzini di generi alimentari saccheggiati. Per vivere (aveva già quattro figli) fu costretto a ritornare in Lombardia e a intraprendere l'attività di rappresentante di commercio. Questo fu un importante periodo di approfondimento per il poeta, che potè incontrare e frequentare quasi ogni sera Quasimodo e Vittorini. Nel 1960 si stabilisce definitivamente a Bagheria fino al 5 aprile 1997 data della sua morte, nella casa affacciata sul mare di Aspra.
Opere:
"Sintimintali", poesie con prefazione di G. Pipitone Federico, edizioni Sabio, Palermo 1923;
“Marabedda”, edizioni La Terrazza, Palermo 1928;
“Lu pani si chiama pani”, traduzioni in versi di Salvatore Quasimodo, illustrazioni di Renato Guttuso, edizioni di Cultura Sociale, Roma 1954;
“Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali”, traduzione di Franco Grasso, Edizioni Arti Grafiche, Palermo 1956;
“La peddi nova”, prefazione di Carlo Levi, edizioni Feltrinelli, Milano 1963;
“Lu trenu di lu suli”, introduzione di Leonardo Sciascia, edizioni Avanti!, Milano 1963;
“La paglia bruciata”, prefazione di Roberto Roversi con una nota di Cesare Zavattini, edizioni Feltrinelli, Milano 1968;
“Io faccio il poeta”, prefazione di Leonardo Sciascia, edizioni Feltrinelli, Milano 1972 (Premio Viareggio);
“Il cortile degli Aragonesi”, (rielaborazione di un’opera teatrale di autore ignoto), edizioni Giannotta, Catania 1974;
“Il poeta in piazza”, edizioni Feltrinelli, Milano 1974;
“Prime e nuovissime”, Gruppo Editoriale Forma, Torino 1983;
“Le pietre nere”, edizioni Feltrinelli, Milano 1983.

 

 

 

 

 

 

 

<
 
 

 

 

 

 

<
 
 

 

 

 

 

 
 
 

 

 

 

 

<