SARA FAVARO'

 

 

 tratto da http://www.siciliadelgusto.it/2-sicilia-del-gusto/467-il-personaggio-aprile-2014-sara-favar%C3%B2

sito web: www.sarafavaro.it si consigliano i visitatori di consultare il sito ufficiale

Sara Favarò ha pubblicato moltissimi volumi tra cui testi di narrativa: Le porte del sole, Il coraggio delle donne, Paura d'amare, Le ragazze dello Zen, Gli occhi del cuore, i saggi: A Cruna, Dialogu d'u zu Cosimu e u zu Libroniu e uno d'i Maggi, Pasqua dalla terra il cielo, Vicari dalle origini all'alba del XX secolo, Natale nei canti popolari siciliani. È anche giornalista, attrice e cantautrice.

Attività letteraria

Narrativa: Una storia barbara - Giufa' il semplice - Le porte del sole, il coraggio delle donne - Paura d'amare - Le ragazze dello zen - Gli occhi del cuore

Saggi: equinozio di resurrezione; dolci ritualita' l'agenda celeste di mamma rosa; proverbi siciliani in uso - a cruna antologia di rosari siciliani - santa rosalia – dialogo d’u zu cosimu e u zu libroniu e unu d’i maggi - pasqua dalla terra il cielo - tuli’, tuli’, tuli’ - vicari dalle origini all'alba del xx secolo - natale nei canti popolari siciliani - “1899” - u verbu - terra vecchia di vicari –

Poesie: gocce d'arte poesia e musica con mauro restivo - gocce poesia e musica nel nome della speranza - dieci - tempo d'estate - linea e parola - chista sugnu!

Attività musicale e filmografia
Nel 1979 ha formato il complesso etno- rock SIKELIA.

Ha inciso: sicilia ci nn'è una - vulcano attivo - canto per chi- tempo d'estate 1997 - omaggio a turiddu carnevali e a sua madre francesca serio - un fiore per rosa – ecosis - tulì, tulì, tulì - mur e ciur – gocce (melologo)

Filmografia: IL CAVALIERE SOLE, regia: Pasquale Scimeca – ROSSO MALPELO, regia: Pasquale Scimeca - ZENIGMA, regia: Antonello Longo – LA MIA VALLE, supervisione Pasquale Scimeca.

Attività teatrale
Ama il teatro popolare siciliano nel quale è impegnata come attrice fin dall'infanzia. Nel 1976 è stata una delle fondatrici della compagnia di teatro dialettale palermitana "I MAFIUSI".
Si è esibita in centinaia di spettacoli, in Italia, in Europa, in Australia e in Canada. 
È stata diverse volte ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche della RAI oltre che delle reti Mediaset e reti private.

Grande ‘divulgatrice’ di cultura, nel senso migliore del termine. Cioè della riproposizione e diffusione di un patrimonio etnomusicale che - tramandato attraverso i secoli – ora sembra incorrere nell’indifferenza e nell’oblio.
Eppure, si tratta di un patrimonio di musica e poesia estremamente ricco e complesso. Popolare, certamente, con riguardo alla sua diffusione e alle sue infinite varianti. Non già per l’origine. Lo chiarisce l’Autrice, con una bella metafora: “… Le preghiere e i canti popolari religiosi sono come fiumi che scendono a valle dividendosi o arricchendosi tra rivoli ed affluenti, ma che alla foce sono spesso originati da eruditi intelletti …”.
Come Antonio Di Liberto, il canonico di Monreale meglio conosciuto con lo pseudonimo di Binidittu Annuleru, autore del famoso” U Viaggiu dulurusu di Maria Santissima e lu Patriarca San Giuseppi in Betlemmi”. O Giacomo D’Orsa, colto poeta di Piana dei Greci, vissuto tra il Seicento e il Settecento e autore di un altro importante componi mento poetico natalizio, “il Curteggiu di li Pastura a lu Santu Bambinu Gesù.
E cosi, tra ricostruzione filologica e disamina storico-critica si snoda l’excursus nel mondo dei canti devozionali della tradizione, con frequenti richiami all’interpretazione esoterica e numerologica – anch’essa, dunque, di matrice colta – delle strofe. Sullo sfondo, emerge l’importante azione di catechesi fra gli strati popolari condotta dalla Chiesa, ancor prima della Controriforma, grazie all’uso del dialetto in canti e drammatizzazioni. Riusciamo cosi a scoprire i canali di comunicazione attraverso i quali si da voce a una fede semplice, che riflette modi di vita, sofferenze, sogni, delusioni e speranze di un piccolo mondo fatto di contadini, pastori, artigiani. Gli stessi che portano i loro modesti doni al Bambino appena nato, piangendo e scusandosi per la povertà dell’offerta (“… lagrimannu l’offeriu / nun aju autru, amatu Diu”), Gli stessi che si rivolgono a Dio, Gesù e alla Madonna come ad “entità profondamente umane e, come tali, soggette ad emozioni e sentimenti che in ogni caso i fedeli auspicano, cantano, supplicano attraverso la preghiera, così come scrive l’autrice.