CIURI DI PIPI MISSINISI
testo: Turio Bella - canta: Orazio Strano

 

 

 
Quantu si bedda figghia, ora si granni,
mi vinunu 'ndo cori milli spinni,
mi ricurdu quannu facevi li cumanni.
Ora bidduzza ti facisti zita,
difatti bedda si chiù abbasata
dimmi quann'eri na to maritata.
Ti fazzu l'auguri infiniti.
figghiuzza bedda certu chiù avvasari
dopu spusati unni vi nni iti.
La luna, bedda mia, è tutta meli
e na spusata d'oggi assai vali
si palummedda acchiani 'nda li celi.
Poi quannu si dintra lu to jardinu.
senti lu cantu di l'usignolu
però, bidduzza, susiti di matinu .
Orazio Strano, caposcuola e autorità indiscussa, è stato il più famoso cantastorie della Sicilia orientale; è considerato da molti il padre dei cantastorie siciliani, era paralitico ma questa sua condizione non gli impediva di spostarsi di città in città; si esibiva seduto sul carrozzino accompagnandosi con la sua inseparabile chitarra e alle volte con un mandolino.
La sua carriera inizia nel secondo dopoguerra, narrando e cantando vicende e fatti realmente avvenuti.
Le sue narrazioni raccontano di gente umile costretta a sopportare gli avvenimenti ed il fato avverso.
Fu il primo cantastorie a portare in giro la prima versione di “La storia di Salvatore Giuliano Rè di li briganti” scritta in collaborazione con il poeta dialettale Turiddu Bella e che poi musicò.
La prima volta che la eseguì fu a Montelepre (PA) quando Salvatore Giuliano era ancora in vita.
Una nota di cronaca ci informa che lo stesso Strano (per una forma di delicatezza e tatto), mandò il cantastorie Giacomo Saso di Trabia (PA) a parlare al padre di Giuliano affinché gli concedesse il permesso di cantarla.
Costui a questa richiesta si entusiasmò molto, tanto che gli permise di esibirsi nella strada sottostante la sua abitazione.
Con questa storia Orazio Strano contribuì molto ad elevare a leggenda le gesta di Salvatore Giuliano, raccontato come un Robin Hood nostrano, che toglieva ai ricchi per dare ai poveri.
Ha scritto anche molte canzoni e filastrocche, ha collaborato con moltissimi artisti e poeti. Una delle sue ultime collaborazioni con Rosita Caliò, una delle poche cantastorie siciliane al femminile.
È stato eletto Trovatore d’Italia alle Sagre dei Cantastorie nel '1960 e nel 1962, organizzate dall’Associazione Italiana Cantastorie Ambulanti (AICA).
Nel ’60 nella “Sagra dei cantastorie” che si svolse il 29 Giugno a Grazzano Visconti (Piacenza) risulta vincitore.
Nel ’62 la Sagra si tenne a Castell’Arquato (Piacenza), e il 1° Luglio la giuria formata da personalità del mondo dell’arte, studiosi del folklore e giornalisti, assegna il titolo a Orazio Strano.
Orazio Strano è ormai considerato da tutti uno dei più grandi poeti e cantastorie di Sicilia, una ”leggenda” il maestro per eccellenza.
Discografia
Ci sono ancora diverse incisioni tra le quali vanno ricordate:
Turi Giulianu Imperaturi di Montelepri - di T. Bella
La vita di John F. Kennedy
Focu di pagghia
Lu figghiu di Turi Giulianu
Lu miraculu di S. Alfio
Peppi Musulinu Re di L'asprumunti - di T. Bella
Prucessu a porti chiusi
La Sicilia di Orazio Strano